L'Abbazia di Praglia è sorta ai piedi dei colli Euganei a circa 12 chilometri da Padova, e a 4 da Abano Terme, lungo l'antichissima strada che conduceva ad Este. La fondazione dell'Abbazia risale agli anni tra l'XI e il XII secolo. Il primo Abate di Praglia Iselberto dei Tadi, fattosi monaco a S. Benedetto Polirone di Mantova, compare nell'importante bolla pontificia di Callisto II del 1123, con la quale il papa prendeva sotto la sua protezione la nuova fondazion. Fino al 1304 perdurava un rapporto di dipendenza di Praglia a più livelli nei confronti della potente Abbazia di Polirone, fondata dai Conti di Canossa nel 1007 ed entrata poi nell'orbita dell'osservanza cluniacense. Con gli inizi del XIV secolo la comunità di Praglia, consolidatasi e radicata più stabilmente nell'ambiente padovano, iniziò come Abbazia autonoma il suo nuovo corso, con a capo un Abate eletto dal "proprio corpo". Il secolo XV si apre con buoni auspici per le sorti del monachesimo italiano dopo i disastrosi effetti materiali e spirituali causati dall'imposizione dell'Abate Commendatario; infatti dall'Abbazia di Santa Giustina di Padova partì la grande Riforma monastica benedettina che si diffuse su tutta la penisola fino in Sicilia,. Praglia aderì alla Riforma nel 1448 e tale scelta fu causa della sua "seconda nascita" spirituale, culturale e materiale.
La fama di Monteortone trasse origine da un evento miracoloso. Il fatto avvenne nel 1428 quando il soldato Pietro Falco avrebbe trovato, per ispirazione divina, una immagine della Madonna nella pozza d’acqua che si trovava ai piedi del colle (dove sorge l’attuale Santuario). Bagnandosi in quella vasca egli fu anche guarito dalla sua infermità. La fama dell’evento miracoloso si diffuse così rapidamente che in pochi anni si provvide alla costruzione di un oratorio e più tardi, nel 1435, di una chiesa su disegno di Pietro Lombardo. Di fianco alla chiesa sorse nella seconda metà del secolo un convento degli agostiniani fondato dal teologo Simone da Camerino, mediatore di pace fra la Repubblica di Venezia e lo Sforza (pace di Lodi del 1454), al quale la Serenissima concesse, in segno di gratitudine, che il nuovo Monastero fosse esente da gravezze
Partenza di buon mattino dai luoghi ed agli orari previsti in direzione dei Colli Euganei. Arrivo in Abbazia con ingresso e visita. Trasferimento in un buon ristorante per il pranzo. Al pomeriggio proecuzione per il Monastero con ingresso visita e devozioni. Breve tempo a dsposizione. Parenza per il vaggio di rientro con sosta lungo il percorso e arrivo in serata a destinazione
- Trasferimento in pullman GT
- Accompagnatore agenzia
- Ingresso Abbazia
- Pranzo in un buon Ristorante con bevande
- Ulteriori ingressi, gli extra di carattere personale e tutto quello non espressamente menzionato alla voce “La quota di partecipazione comprende”.
Carta d'identità in corso di validità.
La quota è stata calcolata sulla base di un gruppo di almeno 30 persone.